Quanto costa un anime rispetto ai Simpson? Confronto tra i budget dell’animazione

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    Grazie a Justin Sevakis diamo un’occhiata più particolareggiata alle spesa necessaria per una puntata o un lungometraggio animato negli USA e in Giappone.

    In seguito alle recenti polemiche sul percepito peggioramento della qualità tecnica dell’animazione giapponese, che secondo alcuni sarebbe da attribuirsi alla mancanza di fondi adeguati per il volume di opere che vengono prodotte, abbiamo scoperto quanto costi oggi realizzare una singola puntata di un anime televisivo: animatori e produttori hanno parlato di budget che variano tra i 120.000 e i 150.000€ a episodio. Ma come si pongono queste cifre rispetto a quelle dell’animazione occidentale, o più esattamente Made in USA?

    La risposta arriva grazie a Justin Sevakis, fondatore del portale dedicato agli anime Anime News Network e esperto di animazione a tutto tondo. Sevakis ha fornito un po’ di cifre dalle quali appare chiaro come l’industria giapponese lavori con fondi neanche lontanamente paragonabili a quella americana.

    Rispondere alla domanda del titolo, se come dice Sevakis una produzione televisiva nipponica “di lusso” può arrivare a spendere anche 270.000€ ad episodio, i Simpson oggi riescono a toccare (per colpa degli stipendi di doppiatori-superstar) anche i 4.500.000€ per puntata, e difficilmente scendono sotto il milione e mezzo di Euro.

    Anche senza considerare la corazzata gialla della Fox con i suoi 25 anni di successi, Sevakis valuta i budget per episodio delle serie televisive di canali come Nickelodeon (Avatar: The Last Airbender, Due Fantagenitori) intorno ai 900.000€; cifra con cui in Giappone realizzerebbero circa 6 puntate di un anime.

    La situazione non cambia passando ai lungometraggi. Parlando sempre di animazione 2D il film delle Superchicche nel 2002 costò circa 10 milioni di Euro, mentre 6 anni dopo Mamoru Oshii produceva Sky Crawlers con appena 2.6 milioni di Euro. E se fosse stato realizzato oggi, Millenium Actress del compianto Satoshi Kon (2001) sarebbe venuto a costare meno di 1 milione di Euro.

    Ma perché tutta questa differenza? Sevakis suggerisce di cercare la risposta nelle paghe degli animatori, che come sappiamo per testimonianza diretta in Giappone sono pericolosamente basse. A riprova di ciò i budget degli ultimi due film dei fondatori dello Studio Ghibli, uno dei pochi nei quali molti animatori sono dipendenti dello studio a tutti gli effetti e non pagati a disegno, sono significativamente più alti della media nipponica: Si Alza il Vento di Hayao Miyazaki ha toccato i 30 milioni di Euro, e La Principessa Splendente di Isao Takahata potrebbe aver superato quella cifra con la sua travagliata produzione decennale.

    La discussione torna quindi sempre allo stesso punto: gli animatori e i loro stipendi. La situazione delle menti e delle mani dietro ai nostri cartoni animati giapponesi interessa anche il governo del Sol Levante, e dalle parole di registi e animatori veterani si capisce come si avverta nell’aria il rischio che l’industria possa non ricevere più “sangue fresco” se le possibili giovani leve venissero scoraggiate da paghe da fame e condizioni di vita precarie.

    Edited by JACKSON96 - 7/3/2020, 21:34
     
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