RECENSIONE - IMPERIVM: Online

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  1. Blue Ice
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    3max

    Avviando Imperivm Online per la prima volta, ci si ritrova di fronte ad un forte senso di deja-vu, a causa di un’interfaccia quasi completamente mutuata dal suo diretto prequel, Imperivm Civitas III.

    Il cambio di nome, infatti, è dettato più da scelte di marketing che da vere e proprie ragioni di gameplay e il titolo si va a configurare più come una espansione e un completamento del gioco precedente che come un prodotto completamente nuovo.

    La modalità a singolo giocatore è ancora il fulcro del gioco, ed è suddivisa in due tronconi importanti: la campagna e le “Città dell’Impero”.
    La campagna è suddivisa in dodici missioni, cinque delle quali dedicate esclusivamente all’ambito militare e sei di stampo più propriamente civile, mentre la modalità “Città dell’Impero” ci permette di amministrare una tra più di venti importanti città dell’età augustea, in modo molto simile a quanto si poteva già fare nella modalità “Sfida Civitas” del capostipite Imperivm Civitas, senza però la possibilità di salvare i propri high scores in apposite leaderboards online.
    Il single player ci presenta una delle più importanti novità ereditate dal prequel: la scelta di una famiglia tra le più importanti gens del patriziato romano, che comporterà dei bonus e dei malus che potranno alterare radicalmente il corso della partita. Scelta la propria fazione, dunque, inizia la campagna vera e propria, e, dopo aver selezionato la missione che abbiamo intenzione di affrontare, ci ritroveremo di fronte ad un fundus (una delle strutture chiavi del gioco, è un po’ il nucleo della nostra città) e ad una città parzialmente costruita. Il raggiungimento dei nostri obiettivi dipenderà unicamente dalla nostra capacità di soddisfare i bisogni dei cittadini, costruendo templi, teatri e mercati per le provviste.

    Gli aspetti gestionali del titolo risultano piuttosto curati, con una interfaccia circolare a scomparsa piuttosto sobria e di facile accesso e delle meccaniche di gioco tra le migliori nel genere, raffinate nel corso degli ultimi tre anni. Ogni edificio ha un raggio di azione ben definito e questo obbligherà a costruire seguendo un preciso schema logico onde evitare lo spreco di risorse e la conseguente fine prematura della missione. L’economia delle città di Imperivm Online si basa su una struttura piramidale alla base della quale ci sono plebei e schiavi e al vertice equites e patrizi e mentre i primi hanno bisogno soltanto dei beni alimentari fondamentali, le classi più alte devono essere intrattenute con teatri e giochi gladiatori e soddisfatte spiritualmente con la costruzione di templi.

    E’ con le missioni militari che iniziano i veri problemi. La gestione dell’esercito, ispirata agli rts classici a squadroni, è rimasta invariata dal precedente Civitas III ebenchè sia molto più sviluppata rispetto ad altri giochi dello stesso genere rimane comunque piuttosto piatta e poco impressiva, basata su quattro tipi fondamentali di unità (astati, arcieri, triarii e pretoriani) a cui si vanno ad aggiungere alcuni tipi di truppe mercenarie ausiliarie (come gli squadroni di elefanti). La vittoria qui è soltanto una questione di pazienza: costruire e addestrare squadroni di pretoriani a ripetizione e mandarli a morire contro il nemico è sufficiente per vincere la maggiorparte delle battaglie e benchè il gioco a volte sembri suggerire un approccio più tattico questo si rivela del tutto inutile nella maggior parte dei frangenti.

    La modalità online permette di scegliere tra sei diverse condizioni di vittoria, ma, complice anche la recente uscita del titolo, è del tutto spopolata e in generale ci è sembrata piuttosto macchinosa e sbilanciata. E’ capitato spesso che una singola sconfitta militare ad inizio partita ne determinasse definitivamente l’esito finale.C’è anche da dire che il precedente esperimento online di Haemimont (con la release internazionale di Grand Ages: Rome) è stato accolto con estrema freddezza dai giocatori d’oltralpe, complice anche un genere che poco si presta ad un online di questo tipo. Avremmo preferito, dunque, una implementazione di un sistema di leaderboard simile a quello del primo capitolo della serie Civitas, sicuramente più stimolante e divertente.

    La vecchiaia è una malattia di cui bisogna morire.

    Tecnicamente il gioco vive di alti e bassi, l’engine grafico è lo stesso che muoveva già gli altri city builder di casa Haemimont e oramai inizia a sentire il peso del tempo.
    Il gioco è piuttosto leggero, gira su macchine oramai non più recentissime (le specifiche minime parlano di un Pentium IV 2.8 Ghz) e questo va sicuramente a suo favore, ma la leggerezza si paga con texture piuttosto slavate e con alcuni modelli poligonali migliorabili. Le animazioni, al contrario, sono piuttosto buone, così come gli effetti di post-processing: a dettagli massimi osservare la vita della propria cittadina è piuttosto piacevole, a patto di chiudere un occhio su alcune sbavature. Un discorso a parte va fatto per l’engine sonoro: i brani che compongono la discreta colonna sonora sono giust’apposti senza alcun criterio ben preciso e risultano ripetitivi dopo non molto tempo: c’è molto da lavorare sotto questo punto di vista.

    Possis nihil urbe Roma visere maius.

    Il gioco è piuttosto altalenante anche dal punto di vista artistico. La colonna sonora è di assoluto pregio e alterna pezzi orchestrali (come il main theme) a dei ritmi più tribali. E’ un peccato che la discreta abilità compositiva sia stata totalmente sprecata a causa del pessimo engine sonoro del gioco.

    L’art design del titolo è piuttosto buono, soprattutto nella fase prettamente gestionale, anche se poco storico: teatri ed anfiteatri in pietra sono arrivati a Roma non prima dell’età dei Flavi, circa cinquant’anni dopo il periodo in cui è ambientato il gioco. Anche la parte più propriamente militare non segue i canoni dell’esercito nell’età augustea, mantenendo piuttosto la struttura dell’organizzazione militare romana precedente alla riforma centuriata di Mario (anteriore di circa 150 anni rispetto alla timeline del titolo). Se la prima scelta può essere stata dettata da motivi di gameplay (ma una maggiore fedeltà storica non poteva invece essere d’incentivo per integrare delle meccaniche più originali e innovative?) la seconda appare assolutamente ingiustificabile e probabile frutto di una fase di pre-produzione condotta frettolosamente e in malo modo. Non si ravvisano particolari elementi di fedeltà storica nella trama della campagna, completamente d’invenzione. Nonostante la scarsa fedeltà storica il gioco rimane coerente con quella che potrebbe essere l’idea che un non esperto di storia romana può avere della Roma antica, non presentando in sé particolari discrepanze.

    Commenti finali:

    Imperivm Online complessivamente segue abbastanza da vicino le orme tracciate dal prequel, presentando innovazioni di scarsa entità. La tanto pubblicizzata modalità online è piuttosto legnosa e la parte militare del titolo è quasi completamente da rivedere. Complessivamente il gioco però eredita i punti di forza dei suoi predecessori e rimane dunque piuttosto divertente, grazie ad una modalità gestionale molto curata.

    Valutazione:

    CLASSE C – Gioco mediocre
    Gameplay: 4 su 10
    Tecnologia: 6 su 10
    Art Design: 4 su 10
    Longevità: 7 su 10

    + Le fasi gestionali sono piuttosto divertenti
    + Il single player dura diverse ore
    + Prezzo competitivo
    - Fasi belliche piuttosto supeficiali
    - Online macchinoso
    - Mancano le leaderboards

    Globale: 5 su 10 (Cosa significa?)

    Acquisto consigliato? Solo per chi non ha giocato Civitas III (o l’ha giocato ma vuole un more of the same).

    Edited by JACKSON96 - 27/12/2017, 13:04
     
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0 replies since 29/8/2012, 15:42   496 views
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